Io uso spesso l‘aceto per le mie ricette di detersivi e autoproduzioni.

Qualche volta chi capita qui è infarcito di nozioni captate qui e là, nozioni che ci si appiccicano in mente (si capita anche a me) e le diamo per scontate, anche se spesso così scontate non lo sono affatto.

Sull’aceto circola insistentemente la voce che sia fortemente inquinante, quasi al pari dei detersivi chimici che troviamo al supermercato, e che sia integralmente sostituibile dall’acido citrico.

Le cose non stanno proprio così, ed oggi ho deciso di fare chiarezza sulla questione aceto con un bel post esaustivo, perché i proclami imprecisi ed allarmistici non mi piacciono 🙂

Tanto per cominciare quando si parla della “pericolosità” dell’aceto si commette una prima imprecisione, perché quelli che vengono messi a confronto sulle tabelle della tossicità dei prodotti chimici sono acido acetico e acido citrico puri.

L’aceto contiene solo una minima percentuale di acido acetico (tra il 5% e il 6%) diluito in acqua e altri composti.

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Invece quello che viene confrontato con l’acido citrico in polvere è l’acido acetico cristallizzato (anche lui sotto forma di cristalli) che è detto “acido acetico glaciale” che è si debolmente corrosivo e irritante.

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Ma l’aceto per uso alimentare che usiamo nell’autoproduzione è tutt’altra cosa.

Entrambi questi acidi sono altamente biodegradabili e l’unica differenza è che l’aceto è leggermente più tossico per gli organismi acquatici, ma è comunque sempre MOLTO meno tossico e inquinante di un qualsiasi detersivo industriale, quindi vince comunque a mani basse per sostituire i detersivi comuni.

L’aceto ha un altro pregio: costa pochissimo ed è disponibile per tutti dappertutto già pronto all’uso (pensa a chi non è abituato ad autoprodurre e vuole cominciare facilmente a sostituire qualche detersivo senza dover cercare cose strane o fare l’alchimista).

Mentre l’acido citrico ha un costo più alto (in alcuni casi molto alto, bisogna fare attenzione a dove si compra) e non è disponibile dappertutto, spesso per comprarlo ad un prezzo equo bisogna ordinarlo online in grandi quantità per ammortizzare le spese di spedizione…

Le differenze non finiscono qui, l’aceto si prepara facilmente anche in casa, e la produzione industriale non è inquinante o energivora e può essere a chilometro zero o comunque italiana, quindi su questo punto batte l’acido citrico che invece ha un processo industriale di biosintesi più complesso, e viene in grossa parte importato, il 50% della produzione è cinese.

Anche sulla questione del nichel e dell’aceto, che secondo gli allarmisti riuscirebbe a corrodere l’acciaio rilasciando il nichel nell’acqua non c’è niente di certo, sempre per la bassa percentuale di acido acetico nell’aceto comune alcuni studi non hanno rilevato differenze sostanziali tra le soluzioni con i nostri due acidi.

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Semmai va detto che leghe di acciaio di bassa qualità possono avere reazioni differenti e possono essere più facilmente “aggredibili”, quindi scegli sempre buoni prodotti quando scegli le pentole e gli accessori in acciaio e, se soffri di allergia al nichel, metti sempre i guanti.

L’aceto in combinazione con l’acqua ossigenata diventa un potentissimo disinfettante, questo è un altro pregio che possiamo sfruttare nelle pulizie e nell’autoproduzione, insieme al suo forte potere deodorante non per inibizione dei batteri, ma proprio per aiutarci ad eliminare i cattivi odori che si sono già formati.

Insomma, quando è possibile usare l’acido citrico va benissimo, ma in alcuni casi è meglio l’aceto che non va demonizzato e in ogni caso sempre meglio l’aceto dei detergenti, detersivi e additivi che trovi al supermercato.

Se poi l’aceto te lo autoproduci a casa, ed è davvero a km zero, direi che non ci sono dubbi…